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29 August 2016

Review by Aristocrazia Webzine

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Gli Izo sono un quartetto pugliese — di Lecce, per la precisione — formato verso la fine del 2013, che dopo una lunga serie di cambi di formazione arriva all’inizio di quest’anno a pubblicare il debutto eponimo. Uscito sotto il patrocinio di un’etichetta come la Acid Cosmonaut che con poche uscite si è già dimostrata un’indefessa ricercatrice di ottima qualità musicale, “Izo” è un disco relativamente semplice, ma maledettamente efficace.

Gli Izo ci propongono uno Stoner strumentale di altissima caratura, ispirato, coinvolgente, solidissimo e compatto, in cui riecheggiano spesso e volentieri forti vibrazioni psichedeliche, e le cui ispirazioni sono tanto variegate quanto eccellenti: partendo ovviamente dagli imprescindibili Black Sabbath sintetizzati in quell’orgasmico alone vintage, passando per la pesantezza viscosa degli Sleep e per le poderose cavalcate dei Karma To Burn, i Nostri arrivano persino a toccare il mastodontico peso specifico degli Ufomammut, amalgamandolo altresì con sezioni più lisergiche che potrebbero ricordare nientemeno che alcuni tratti caratteristici dei Nebula. L’album si dipana sapientemente tra acide divagazioni oniriche e riff assolutamente enormi, elementi il cui connubio genera un vortice di deflagrante entropia psicotropa, quel particolare stato di (in)coscienza che è e rimarrà sempre la conditio sine qua non di questo tipo di Stoner.

L’incredibile consistenza delle atmosfere evocate richiama l’aria tersa, pura e gonfia di elettricità che si percepisce prima dell’infuriare di un temporale, il quale viene poi simbolicamente — e quasi paradossalmente — scatenato da una concatenazione di riff polverosi ma grassi, come da collaudata e sacrosanta tradizione. “Izo” assume dunque la forma di un’opera splendida, da vivere nella sua interezza come un viaggio attraverso deserti e lividi paesaggi alieni tanto inospitali quanto profondamente inebrianti per i sensi; un disco da inspirare dunque a pieni polmoni, come se fosse il più puro concentrato di THC.

Appena trentasette minuti che costituiscono una sorta di peregrinazione infinita verso orizzonti appartenenti a una sfera sensoriale la cui manipolazione è permessa a pochi eletti… E francamente c’è il fondato sospetto che gli Izo facciano già parte fin da ora della ristretta cerchia di artisti che hanno ricevuto tale dono.

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https://izoband.bandcamp.com/

Fonte: http://www.aristocraziawebzine.com

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